Le scoperte
Tanca Manna
Tanca Manna
01.

Le capanne rettangolari e l’evoluzione delle abitazioni nuragiche

Chiunque abbia visitato un villaggio di Età Nuragica ha sicuramente avuto modo di passeggiare all’interno delle tipiche capanne circolari; ma non tutti sanno che nella nostra isola esistono anche rare abitazioni a pianta rettangolare.
A Tanca Manna sono state scoperte sei capanne di quest’ultimo tipo, due delle quali presentano un lato breve semicircolare.
I muri sono costituiti da un basamento in pietra sul quale, probabilmente, poggiava un tetto a doppio spiovente di legno e frasche.

Questa particolare forma rettangolare-absidata rimanda a tradizioni abitative più antiche: in alcuni villaggi, come di quello di Biriai (Oliena), si trovano strutture analoghe datate alla tarda Età del Rame (2900-2300 a.C.). Questa tradizione costruttiva continua con poche ma significative testimonianze nella successiva Antica Età del Bronzo (2300-1770 a.C.).
Le capanne rettangolari, dunque, sono più antiche di quelle circolari e, nel nostro caso, sono inquadrabili nella fase formativa della civiltà nuragica, ovvero il Bronzo Medio (1700-1350 a.C.).

Tale ipotesi ha trovato riscontro nello scavo di Tanca Manna dove, a nord del nuraghe, è stata rinvenuta una capanna rettangolare che, in un momento non ancora ben definito, era stata smantellata per permettere la costruzione di una grande capanna circolare.
Nel nostro sito è quindi possibile osservare, nel raggio di pochi metri, l’evoluzione dell’architettura abitativa della civiltà nuragica.

Tanca Manna
02.

Tracce di elementi architettonici scomparsi

In antichità l’uso del legno era molto diffuso; per noi però è molto difficile trovarne delle tracce perché, soprattutto alle nostre latitudini, questo materiale non si conserva facilmente.
A tal proposito sono molto importanti i risultati degli scavi di Tanca Manna che hanno rivelato l’esistenza di numerose buche in prossimità dei lati brevi all’interno delle murature delle capanne: erano la sede per la posa di pali di sostegno della copertura, pali che fungevano anche da supporto per delle pareti lignee.

Ad oggi Tanca Manna è uno dei pochi villaggi nuragici dove è possibile vedere i segni delle buche di palo all’interno di queste strutture e la loro presenza è fondamentale per comprendere meglio quale fosse l’aspetto delle abitazioni dei nostri progenitori.

Tanca Manna Tanca Manna
03.

A cosa servivano alcuni dei manufatti più diffusi dell’Età Nuragica?

Per lungo tempo ci siamo interrogati su come venissero utilizzati alcuni dei reperti più diffusi in Età Nuragica, nello specifico una particolare tipologia di teglie e tegami in ceramica (recipienti con pareti basse e larghe, dotati di manici detti anse).

Per rispondere a questa domanda abbiamo deciso di ricorrere all’archeologia sperimentale, quella branca che tenta di risolvere i problemi archeologici attraverso la sperimentazione pratica e la riproduzione delle antiche attività (produttive, costruttive ecc.).

Le teglie e i tegami, presenti in grandi quantità anche a Tanca Manna, sono vasi di poco pregio da un punto di vista estetico, raramente decorati e spesso realizzati senza troppe rifiniture; inoltre rimangono praticamente uguali per tutta l’Età del Bronzo. Forse anche per queste ragioni non erano stati oggetto di studi approfonditi.

La nostra équipe ha impostando il lavoro unendo all’archeologia sperimentale gli strumenti dell’etnoarcheologia e le tradizionali tecniche di indagine: i frammenti ceramici di teglie e tegami sono stati catalogati uno per uno, e, successivamente, ciascuno di essi è stato oggetto di un preciso disegno tecnico che ne ha determinato forma e dimensioni.
Sulla base di questi disegni abbiamo riprodotto i vasi utilizzando diversi tipi di argilla (sia locale che proveniente dalle zone circostanti), in modo da poter confrontare i nostri duplicati con i frammenti originali per individuare la provenienza del materiale.

Trattandosi dei manufatti più diffusi dell’epoca, abbiamo ipotizzato che servissero per la cottura del principale alimento consumato nell’Età del Bronzo: il pane.
E visto che all’interno di una torre del nuraghe Arrubiu di Orroli erano state trovate tracce di pane non lievitato gli esperimenti sono iniziati intorno a questo alimento.

Le prime prove, effettuate ponendo le teglie a diretto contatto con la piastra di cottura (un piano di argilla su cui veniva acceso il fuoco) non hanno però dato i risultati attesi.

A questo punto abbiamo iniziato a riflettere su un secondo problema, apparentemente slegato dal primo, che da tempo ci incuriosiva: per quale motivo il treppiede in ceramica tipico della civiltà nuragica – ampiamente attestato sia nel periodo precedente che in quello successivo – è assente dal nostro sito e da quelli coevi solo in questo specifico periodo?

Inaspettatamente, mettendo in relazione le due questioni – la funzione di teglie e tegami, e l’assenza dei treppiedi – abbiamo trovato un’unica soluzione per entrambe.

Ipotizzando che i treppiedi fossero stati sostituiti da altri materiali che svolgevano le stesse funzioni abbiamo deciso di provare a utilizzare tre semplici pietre a mo’ di treppiede. Le abbiamo fissate alla piastra di cottura e, nei successivi tentativi di preparazione del pane, ci siamo resi conto che questo sistema funzionava al meglio.

Qualche mese dopo, gli scavi hanno rivelato all’interno di un ambiente circolare una piastra di cottura che presentava le tracce della sede di posa di tre pietre. I metodi tradizionali avevano confermato quello che era stato scoperto con l’archeologia sperimentale!

Copyright © Tanca Manna Privacy Policy Cookie Policy Powered by Inoke